E ORA IN VIAGGIO CON L’EROE!
Tempo fa, fra le varie letture folli in cui mi barcameno, lessi casualmente di un libro che non conoscevo, dal titolo “Il viaggio dell’Eroe”, di Christopher Vogler. Se ne parlava a proposito della narratologia, perciò incuriosito cercai di capire di cosa si trattasse.
Intuii che poteva essere importante per chi scrive, e per farla breve lo comprai. Mi si aprì un mondo che colpevolmente non conoscevo ma di cui ora vorrei parlarvi. Perché se si tratta di una storia molto interessante per chi legge libri o va al cinema, è addirittura fondamentale per chi quei libri e quei film li inventa.
Christopher Vogler è uno dei maggiori sceneggiatori statunitensi, insegnante all’UCLA di Los Angeles e consulente della Disney. Circa trent’anni fa lesse un libro dello storico Joseph Campbell intitolato “L’eroe dai mille volti”, in cui l’autore, esperto di mitologia, ci dice che in tutte le vicende del mito antico, dall’Odissea in poi, c’è sempre un filo conduttore che unisce in una trama insondabile i personaggi.
È un tragitto di cui l’Eroe non può fare a meno, perciò Campbell conclude che tutti i miti hanno sempre i medesimi archetipi e toccano le stesse tappe del viaggio. Questo testo ha dato vita a un fiorire di interessi da parte di storici e letterati, fra i quali il nostro Vogler, che però fece un passo in avanti.
Si chiese infatti se, oltre che nel mito greco-romano, il viaggio dell’Eroe non seguisse il medesimo percorso anche nelle trame dell’odierna narrativa letteraria e cinematografica. Per dissipare i suoi dubbi, Vogler esaminò seimila sceneggiature cinematografiche ed ebbe “l’illuminazione”: scoprì infatti che i canoni tipici delle trame mitologiche erano gli stessi che oggi apprezziamo nei film più gettonati e nei best-seller.
In sostanza, l’autore scoprì che, dal viaggio di Giasone alla conquista del Vello d’oro fino all’Anakin Skywalker che in Star Wars combatte contro il Lato Oscuro della Forza, le trame di queste storie hanno tutte il medesimo svolgimento con gli stessi archetipi e fasi che Cambell aveva rinvenuto nel Mito greco.
Affascinato da questa intuizione, Vogler si convinse che per garantire il successo di una trama letteraria o cinematografica fosse necessario inserirvi tutte queste fasi del “viaggio” contenute nei Miti. Si accordò con un editore per pubblicare un testo sull’argomento che riunisse – ovviamente migliorandoli – gli appunti presi durante i suoi studi, così 25 anni fa nacque “Il viaggio dell’Eroe: la struttura del mito ad uso di scrittori di narrativa e di cinema”.
Quello che Vogler non immaginava minimamente era che questo volumetto, inizialmente diretto a una sparuta schiera di intellettuali radical-chic newyorkesi, nei venticinque anni successivi sarebbe stato letto e studiato praticamente da tutti gli sceneggiatori professionisti del mondo.
Come vedete, è una storia interessantissima, e se vi è venuta la curiosità di conoscere in cosa consiste questo famoso “eroico” viaggio, ora lo sintetizzerò in pochissime parole, perché è chiaro che il testo di Vogler, oltre che constare di 200 pagine, è un lavoro che, come tutti quelli sulla narratologia, ha parecchi aspetti estremamente complessi. Comunque sia, in poche parole il Viaggio dell’Eroe è questo, laddove per Eroe ovviamente si intende il “protagonista” della nostra storia.
L’Eroe vivacchia tranquillo nel suo “Mondo ordinario”, quando a un certo punto un “Messaggero” gli comunica la “Chiamata all’avventura” e lui parte per affrontarla. Mentre va incontro al “Mondo straordinario” però incontra il “Guardiano della soglia” e “l’Ombra”. Intimorito, l’Eroe diventa “Riluttante” e “Rifiuta” la chiamata all’avventura. A questo punto interviene un “Mentore” che lo aiuta a entrare nel mondo straordinario. Superata la “Prima soglia”, l’Eroe si imbatte in “Alleati, prove e nemici”, e si avvicina sempre più alla “Caverna profonda”, dove affronta e sostiene la “Prova centrale”. Superata questa, l’Eroe si appropria della “Ricompensa” e prosegue lungo la “Via del ritorno” verso il mondo ordinario. Infine egli vive l’esperienza della “Resurrezione” che lo trasforma nell’anima, e torna nel mondo ordinario da cui è partito, ma portando con sè “l’Elisir”.
Be’, che ci crediate o no, da Ulisse a Rocco Schiavone tutti i best-seller hanno questa dinamica. Evidentemente la zucca di noi umani, sia pure fra le tante diversità, alla fine dei conti ragiona sempre nello stesso modo, seguendo schemi ben definiti e sempre identici.
Besos, Pierni
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