COME NASCE IL PERSONAGGIO DI UN THRILLER: CADERE E SAPER RIALZARSI
Sembrava tutto bello, ma gli errori si pagano. I tre romanzi pubblicati erano nati da differenti esigenze. Per “Un assassino qualunque” era necessario scrivere una storia che mi consentisse di farlo pubblicare, per “L’ultimo indizio” c’era stata una espressa richiesta dell’editore, mentre per “Gli anni nascosti” dovevo soddisfare un mio antico desiderio. Fu un errore, l’inesperienza mi aveva tratto in inganno.
I tre libri appartenevano a generi totalmente diversi: nel primo c’è la caccia a un serial killer pedofilo, nel secondo la cattura di un latitante di mafia e nel terzo una spy-story italiana, e tutto questo ha confuso i lettori.
Dopo “Un assassino” avrei dovuto restare sul thriller puro, così, per farla breve, dopo il 2010 non ho pubblicato più. Una volta resomi conto degli sbagli commessi – testa dura, la mia – cercai di riparare.
Dovevo tornare al genere che più sentivo e sento mio, cioè il thriller puro, ma questa volta in modo deciso e definitivo. Ora bisognava inventare il personaggio, “l’eroe”. Lo volevo seriale, uno cui il pubblico si affezionasse. Su cosa facesse nella vita ebbi pochi dubbi: in un mondo di Montalbani, Schiavoni, Ricciardi e Bastardi vari, io sentivo di avere un grosso vantaggio perché, parlando di indagini, sapevo cosa scrivere.
Avendone svolto molte anche delicate, mi sarebbe stato facile condurre il lettore in vicende di fantasia ma realistiche. So come nella realtà ragionano sbirri, pregiudicati, magistrati, carabinieri. E so cosa si prova davanti al cadavere di una persona accoltellata, conosco le lacrime dei parenti delle vittime, so quale potente tensione si provi quando devi intervenire con la pistola in pugno.
Forte di questo bagaglio di esperienze, mi decisi: il “mio personaggio” sarebbe stato, ovviamente, un poliziotto.
Avevo quindi la necessità di creare un poliziotto che fosse un po’ il mio “eroe”. Non sono incline, purtroppo, alle cose ironiche e leggere (di cui comunque c’è grande abbondanza televisiva e letteraria), perciò il mio sbirro doveva avere due caratteristiche: essere vero e realistico da un lato, e inoltre non doveva somigliare ad altri poliziotti presenti nelle librerie e sugli schermi.
Sono un lettore di Michael Connelly e mi era sempre piaciuto il suo Harry Bosch, detective della Omicidi del LAPD. Uno deciso ma con dei problemi nella vita privata, una persona perbene che fa un mestiere difficile in una megalopoli come Los Angeles.
In Italia mancava una figura simile – siamo zeppi di commissari simpatici e profiler RIS-CSI, no? – così modellai il mio sbirro di carta su un personaggio simile al detective di Connelly. Volevo evitare di fossilizzarlo in un luogo specifico e, forte della mia frequentazione assidua degli uffici del Ministero dell’Interno, decisi che gli avrei fatto dirigere una divisione dello SCO, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, che ha come competenza territoriale tutto il paese.
Il mio uomo non avrebbe agito a Napoli, Bari, Milano o Roma ma in tutta l’Italia, cosa che mi avrebbe dato la libertà di esplorare vizi e virtù del nord, del centro, del sud e delle isole. Lo avrei anche liberato dei dialettismi, perché ogni volta che leggo o sento in tv un personaggio che dice «marescia’», mi sembra di essere al mercato del pesce. Gli avrei affiancato dei validi colleghi, poi c’era da scegliere i dati personali.
Fedele alla logica dei conflitti che anima ogni buon thriller, decisi che sarebbe stato un efficiente bergamasco che vive e lavora a Roma e nel sud, cosa interessante e che potevo fare senza problemi, essendo io pugliese puro.
In ultimo il nome. Non volevo un tipico cognome bergamasco, troppo facile (non so se lo avete capito, ma la vita mi piace complicarmela). Volevo un cognome breve e che si ricordasse ma anche diffuso, e un nome comune ma allo stesso tempo breve e nobile.
Fu così che nacque Renzo Bruni.
HAI LETTO IL THRILLER LA PIOGGIA?

PIERNICOLA SILVIS, AUTORE DEL NOIR E TRUE CRIME ITALIANO
Laureato in Giurisprudenza nel 1978, è quasi subito Poliziotto. Dal 1981. E subito come Dirigente anche di Squadra Mobile. E poi Questore. Prima di Oristano e poi di Foggia. Sempre in territori difficili e caratterizzati dalla lotta alla criminalità organizzata.
Per lavoro ha girato l’Italia e della Penisola conosce usi e costumi, abitudini buone e meno buone dei meridionali, dei papalini, degli isolani e dei settentrionali. Di molte cose fatte è orgoglioso, di altre meno. Come tutti, in fondo.
La professione e i continui spostamenti di sede gli regalano un bagaglio di conoscenze ed esperienze tali da consentirgli di cominciare a pensare di poter fare narrativa, il sogno di quando era ragazzino.
All’inizio degli anni 2000 scrive un romanzo che, per una di quelle imperscrutabili autostrade che solcano la vita, viene pubblicato prima da Fazi e poi da Mondadori. Senza aiuti di alcun tipo: spalle dritte, insomma.
Il romanzo è “Un assassino qualunque”, un thriller che ha come argomento la pedofilia violenta, tradotto in spagnolo e tedesco.
Sempre Fazi gli chiede di scrivere, nel 2008, “L’ultimo indizio”, un poliziesco basato su un’indagine in cui ha realmente lavorato nel 1992.
Nel 2010 pubblica, questa volta con Cairo, “Gli anni nascosti”, una spy story ambientata in Italia, rieditato nel 2019 in ebook da SEM con il titolo “LA RETE KSENOFONT”.
Nel gennaio del 2017 esce “Formicae”, edito dalla neonata Società Editrice Milanese (SEM). E’ un thriller ambientato nella malavita foggiana, in cui compare per la prima volta il personaggio del poliziotto Renzo Bruni. E’ il primo romanzo di una trilogia, chiamato Trilogia delle Croci, che vede protagonista il poliziotto Bruni e la città di Foggia. Il secondo è “La Lupa”, uscito nel settembre 2018. Bruni torna ancora ne “Gli Illegali”, ambientato a Napoli, in un sottobosco torbido che unisce avvocati, magistrati e altri pezzi importanti dello Stato.
Il 5 novembre scorso è uscito “Storia di un figlia”, sempre per SEM, e il 26 agosto del 2021 “LA PIOGGIA”, una battaglia fra lo stato italiano e la ‘Ndrangheta, la mafia più potente del mondo, con protagonista ancora Renzo Bruni.
Piernicola Silvis ha pubblicato anche dei racconti.
Dal dicembre 2018 è opinionista su tematiche relative alla sicurezza per il blog del “Fatto Quotidiano online”.
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